01/09/08

Il Giorno del Fallimento

Fino a venerdì 22 agosto speravo di sbagliarmi. Ho fatto finta di dimenticare lo scandalo del Bosco di Aci e tutte le altre cutulate come il Museo del Carretto mai aperto e il manifesto illegale con Verdone. Ho sperato fino all'ultimo che chi aveva dato credito ad un sindaco di tal razza avesse ragione e che ero io a sbagliarmi. Purtroppo non è stato così. Il primo esame di Pippo Cutuli è andato malissimo. Il giorno in cui doveva dimostrare di essere un buon amministratore, il nostro sindaco ne ha combinate di tutti i colori.

Innanzitutto ha ignorato di rimediare al danno di Pulvirenti relativo ai 5 miliardi di lire per salvare il Parco di Casalotto. Se ne è infischiato lasciando scadere la possibilità di ricorrere a quel suo "amico" Raffaele Lombardo. Ma allora mi chiedo: gli amici servono solo per portare soldi nelle promesse elettorali? Solo a far scalare le poltrone a chi gli striscia sotto ai piedi? E gli interessi della gente dove vanno a finire? Mi pare che sono pagati per questo, o no?

Ma nel giorno più buio di Casalotto cosa ci si poteva aspettare da uno beccato in flagrante a maggio a fare pubblicità ingannevole e ad agosto inoltrato il suo manifesto incriminato è ancora lì?
Il 22 agosto la sua bella faccia tosta campeggia nella circonvallazione del paese, il giorno prima che l'attore Verdone arrivi ad Acicatena a pochi passi da lì. E poco importa se alla fine lo ha invitato al bar. Era facile da prevedere, non si sarebbe lasciato sfuggire un altro spot così. Peccato che la signorilità del buon Carletto è rimasta all'oscuro della reiterata arroganza.
Ma i santantonesi, anche se lo hanno eletto, conoscono questo atteggiamento presuntuoso.
E se per caso qualcuno non ci avesse ancora fatto caso, pare ci abbia pensato lui stesso a dimostrarlo la sera del 22, durante la parata dei cerei.

La rivalità storica tra i cerei, le loro sfide in sorpassi e prove di resistenza sono sempre stati un folklore di opinabile buon senso, (le sfide significano soldi per le commissioni, i portatori sono pagati, mestieranti e per lo più catanesi), ma di solito nei limiti della civiltà. Quello che è successo, invece, quella sera, ha oltrepassato i limiti della decenza ma la verità la conoscono solo i presenti. A noi rimangono le opache parole de "La Sicilia" che più o meno dice:
I portatori dei cerei Commercianti e quello dei Contadini litigano, un contenzioso verbale e non solo. Intervengono il sindaco Cutuli e il maresciallo Sciolto che decidono, per il sabato, con un'ordinanza, il divieto d'uscita a tutti e quattro i cerei per "motivi di sicurezza ed ordine pubblico".
Domenica il comitato dei commercianti non esce più la candelora dalla chiesa, scusandosi dell'accaduto.
Ma le voci del popolo, le chiacchiere inevitabili di paese vanno oltre, forse con una dose di fantasia in più ma le voci arrivate fin qui, non si sa quanto attendibili, dicono più o meno questo:

La "sfida" iniziata ai 4canti ha prima rallentato, poi bloccato la processione che era dietro. La ressa sarebbe aumentata sempre di più, l'ora si faceva inoltrata ed è iniziata la questione. Hanno più volte chiesto, poi dato ordine di posare le candelore ma non c'era verso.
Dopo che le hanno posate a terra e dopo che la reliquia è entrata sola... non volevano nemmeno rientrare in Chiesa. Mentre il santo e i fedeli erano già dentro, i portatori intrattenevano persone fuori non badando agli orari dell'organizzazione della festa. Alterchi... discussioni... volante in mezzo alla ressa.
Ma si vocifera anche che il sindaco si è scaldato e si è rivolto in modo arrogante ai rappresentanti e ai portatori delle due candelore e che sia volato qualche ceffone...uno avrebbe colpito lo stesso sindaco e uno il maresciallo che, da solo era andato a sistemare tutto.
L'indomani il sindaco salendo sull'altare a messa, ha vietato l'uscita delle candelore per quella giornata. In chiesa i commenti sono stati da censura contro maresciallo, sindaco e perfino il parroco.

Ed è la prima volta che succede una cosa simile.
E' difficile capire se e quanti ceffoni ci siano stati e da chi a chi, questo magari ci interessa poco fuori dai bar e comunque la violenza, se c'è stata, è certamente da condannare.
Ma di una cosa la gente è convinta: dei modi arroganti di chi avrà ostentato un potere e un carisma che non ha e le parole non dosate in un clima di fervore, in mezzo ad un gruppo di energumeni sudati e di bassa nobiltà.
Nell'aria è rimasta la poca serietà, la poca capacità d'organizzazione e molta, molta superbia.
La "vox populi" nel XXI secolo si chiama Opinione Pubblica e pesa più delle dichiarazioni di circostanza di certi politici.

Lo dimostra questa lettera che mi è arrivata da uno che certamente ha idee diverse dalle mie, ma ugualmente deluso. E' giovane ma non è un ragazzino, è un santantonese d.o.c., il suo nickname è "O'Scugnizz":

Raramente ho sentito un santantonese storcere il naso riguardo la festa del santo patrono. O meglio, raramente il santantonese si è trovato così d’accordo con i propri compaesani in una critica univoca e severa. Spesso le critiche scaturiscono da motivi futili, non-motivi, invidia, rivalità e screzi personali ma questa volta è diverso.

Il fallimento è uno di quei concetti più oggettivi che si possano pensare e oggettivamente quest’anno la festa “ranni”(grande) è stata un mezzo fallimento o almeno questa è stata la sensazione di moltissimi. Si è percepita in modo fortissimo la sfiducia e la delusione della “vecchia guardia” cioè da parte di quella schiera di anziani che rappresenta l’animo della tradizione santantonese.
Non vorrei entrare nel merito alla scarsa pubblicità dell’evento ma è questione inevitabile. Sicuramente qualcuno si sarà dato da fare e qualche fondo sarà stato stanziato ma è altrettanto sicuro che lo spot è stato qualitativamente e quantitativamente meno incisivo delle precedenti edizioni. D’altra parte non ha aiutato lo stra-pubblicizzato evento parallelo ad Aci Catena con Carlo Verdone ospite fisso a CineNostrum. Ma non è questo il punto.

Il problema è serio quando riguarda l’essenza stessa dell’oggetto, in questo caso la festa. In altre parole gli aspetti accessori fin qui elencati poco importano davanti ad un cambiamento che pare non avere precedenti nella storia della festa . Ci si affida alla memoria dei presenti, alla voce del popolo per la ricostruzione del “casus belli”.

Tutto sarebbe nato il venerdì da un richiamo all’ordine del sindaco nei confronti di due comitati (Contadini e Commercianti) che si ostinavano a tenere fuori dalla chiesa i loro cerei sforando così sui programmi della festa.
Il richiamo all’ordine sarebbe stato deciso quanto inopportuno visto il rinomato temperamento dei portatori dei cerei che già agitati e stanchi non avrebbero sopportato l’affronto di un sindaco troppo ma troppo determinato e poco diplomatico accompagnato da un maresciallo che nonostante la divisa, forse, era un pò troppo solitario.
Si parla di spinte e ceffoni che con il senno di poi faranno un pò sorridere. Risultato? Sabato tutti a casa, festa annullata e un ottimo invito a ritornare il giorno seguente ai forestieri che fiduciosi erano in quel del Casalotto, mentre domenica il cereo dei commercianti resta in chiesa risparmiandosi la festa (punizione, sciopero o ammutinamento?) con tanto di predica nella predica di don Vittorio in divisa da messa.
Si parla inoltre di effetto domino perché da quel tanto discusso “scambio di opinioni” di venerdì i problemi si son moltiplicati. Un altro miracolo di Sant’Antonio. Si parla di controlli a tappeto per quanto riguarda l’impresa dei fuochisti Barbagallo (ingaggiati proprio dal cereo dei commercianti) con conseguenze poco felici per quest’ultimo e per tutto il focoso comitato del cereo.

Ad ogni modo una festa più folkloristica che religiosa, di quel folklore di cui spesso ci si vergogna e di cui spesso l’intera comunità paga le conseguenze. Si parla di una poca esperienza e quindi di una scarsa diplomazia e organizzazione dell’amministrazione comunale ma si parla anche di persone che poco hanno a che fare con il sentimento religioso e spesso hanno poco a che fare proprio con Aci Sant’Antonio.
La verità è una ed evidente. La festa quest’anno si è rivelata assai scialba di particolari e iniziative. Forse in gran quantità ma non certo di gran qualità salvo il concerto del maestro Roberto Pregadio.
Colpa del sindaco? Colpa dei comitati? Colpa dei singoli? Colpa dell’amministrazione? Colpa delle forze dell’ordine? Colpa di Sant’Antonio? Per quest’anno è andata così ma almeno la gente ha un motivo in più per parlarne in paese.




5 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono SANTANTONESE PURO e non condivido questo "articolo".La colpa di quel che è successo la sera del 22 (io ero presente)non è da attribuire ne al Sindaco,ne al Maresciallo e neanche al Parroco..La colpa e di qualche santantonese che già da tempo dovrebbe starsene alla larga..Finiamola di commentare o criticare da lontani se non si è presenti o impegnati in prima persona...

Aci Sant'Antonio e dintorni! ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Aci Sant'Antonio e dintorni! ha detto...

Faccio i complimenti per questo magnifico post. Complimenti!

Emilio R. ha detto...

Finalmente qualcuno che non condivide un mio articolo! Stavo cominciando a pensare seriamente di essere "unto dal Signore". Che Dio ti benedica caro "Anonimo". Ma vedi, non conosco nessuna regola o morale che mi impedisca di esprimere il mio pensiero su un luogo diverso dal mio domicilio. Che sia Aci S.Antonio, Milano, Roma, l'Iraq o l'Afghanistan.
E comunque la mia terra e la mia gente li conosco talmente bene da poterti dire serenamente che continuerai a sentire i miei "commenti" e le mie "critiche" ovunque lo riterrò opportuno. Sulla sera del 22, purtroppo non ci sono fatti inconfutabili che possano attribuire una colpa a priori. La verità la conosce chi come te quella sera era presente. Quelle che hai letto sono le voci dei cittadini che sono arrivate alle mie orecchie e che casualmente esprimono le stesse perplessità che trovi anche nella lettera pubblicata. Probabilmente le voci, come spesso accade, deformano la realtà ma resta il fatto che l'opinione pubblica pensa questo. Ecco allora che diventa fondamentale sapere da chi come te era presente, cosa è successo realmente per poter capire qualcosa. Se poi non condividi nemmeno definire un fallimento perdere 5 miliardi, così, appollaiati sugli allori, allora non so che dirti. Aci S.Antonio uno ne ha patrimonio paesaggistico: il Parco di Casalotto. Fai un pò tu! E poi magari firma i commenti.

Antonio, il tuo commento purtroppo non riesco a prenderlo come un apprezzamento. Scusami ma mi sembra sarcastico. Me lo fa pensare l'ambiguità del tuo sito e l'aver scritto e poi cancellato un commento sui fatti della ressa. Sarò prevenuto ma se un giorno ci degnerai di farci sapere chi sei o chi siete che gestite quel sito, forse riusciremo a capirci meglio.

Anonimo ha detto...

Ma facciamo le persone serie. La verità può essere negata fino ad un certo punto. Oltre si scade nel ridicolo..nel carnascialesco...Bastava leggere i volti dei forestieri...o ascoltare le discussioni in piazza nei giorni dopo la festa.I Risvolti infelici erano sotto gli occhi di tutti.Sarà stata colpa di S.Antonio?